f) Perché ai tempi degli Hanbury il giardino era tanto più meraviglioso dell’attuale?

Questa domanda-affermazione ricorrente non ha un solido fondamento, è basata su una conoscenza storica poco approfondita ed è “leggenda metropolitana” o pura maldicenza. Si è già detto che anche gli Hanbury chiudevano d’estate i giardini perché non erano molto gradevoli. All’epoca di Thomas Hanbury certamente i grandi alberi che si possono ammirare oggigiorno non esistevano; allora la maggior parte di essi aveva al massimo 40 anni e non vi erano individui ultracentenari così imponenti. Non si può dimenticare che le intenzioni del fondatore erano soprattutto quelle di acclimatare e sperimentare l’introduzione di un numero elevatissimo di specie, più che di produrre pregevoli quadri di paesaggio; tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento pertanto i GBH erano soprattutto un efficiente complesso aziendale di vivai e coltivazioni, ricchissimo di specie e comprensivo di stalla, pollaio e mulini. Successivamente, tra le due guerre mondiali, il giardino subì profonde trasformazioni tanto che per diversi periodi alcuni settori ebbero l’aspetto di cantieri fervidi di attività. Solo al termine di queste si poterono osservare nuovi viali e comparti che modificarono gli impianti originali. Durante la seconda guerra mondiale l’occupazione militare italiana e tedesca, i minamenti e bombardamenti avevano distrutto quasi completamente il patrimonio dei giardini. Negli anni ’50 la guida Touring riporta che solo con difficoltà un temerario visitatore potrebbe avventurarsi dall’ingresso sino alla via romana. Negli anni ’60, dopo l’acquisto da parte dello Stato Italiano, furono necessari tre anni per poter raggiungere (semplicemente raggiungere) la spiaggia dall’accesso principale. Ancora negli anni ’70 i giardinieri dovevano fare attenzione, quando zappavano, a possibili ordigni esplosivi che ancora giacevano nel terreno. Oltre a tutto ciò, si devono considerare le differenti disponibilità economiche e di personale di cui godeva Thomas Hanbury. Nei GBH lavoravano dall’alba al tramonto da 40 a 60 giardinieri; quando vi era la necessità, veniva chiamata mano d’opera dai paesi vicini, anche un centinaio di uomini, per concludere in poco tempo grandi opere, con paga a giornata per le sole giornate necessarie. Ancora oggi alcune parti dei GBH (la parte inferiore a ponente) sono oggetto di interventi che tendono a ripristinare spazi visitabili secondo il progetto originario, ma il numero attuale dei giardinieri è solo poco più di 10 unità. In definitiva la risposta sta in un’altra risposta. Siete sicuri che fosse proprio così? I ricordi di scrittori (per esempio Nico Orengo) che visitarono realmente e ripetutamente i GBH prima e dopo l’acquisizione statale non hanno evidenziato sostanziali peggioramenti e, in genere, hanno apprezzato le condizioni più recenti dei GBH stessi.

Ultimo aggiornamento 6 Aprile 2023